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Dott.ssa Simona Griso

PSICOTERAPIA

La psicoterapia è un percorso che promuove il cambiamento, una maggiore conoscenza di sé e quindi il benessere individuale. 

l termine psicoterapia significa “cura dell’anima” e fa riferimento alle terapie della psiche che si servono di strumenti psicologici quali il colloquio, la relazione e le prescrizioni terapeutiche, con l’intento di creare un cambiamento nel paziente. Questo cambiamento può essere di tipo psicologico o comportamentale, orientando il soggetto verso il ben-essere e il mal-essere, in direzione opposta. Per far ciò si può intervenire sui sintomi, percezioni, esperienze vissute, relazioni personali e stati emotivi del paziente.

Il ruolo dello psicoterapeuta consiste nel riuscire ad aiutare il paziente a superare i problemi psicologici e a migliorarne la qualità di vita attraverso un percorso di psicoterapia fondato sulla comunicazione.

I principali compiti dello psicoterapeuta in un ambulatorio di neuropsicologia sono i seguenti:

  • diagnosticare i disturbi psichici e neuropsicologici attraverso colloqui e l’utilizzo di tests. La psicoterapia procede come un processo mirato alla delucidazione e misurazione delle psicopatologie di interesse o/e del funzionamento cognitivo di un individuo. E’ una procedura che mira a raccogliere, sintetizzare e interpretare le informazioni sullo stato emotivo e cognitivo dell’individuo. Risulta essenziale in fase di avvio del processo una diagnosi neuropsicologica (diagnosi differenziale); avanzare una prognosi; dare indicazione circa la gestione quotidiana del paziente e/o l’assistenza.
  • pensare a un piano terapeutico che sia in linea con le esigenze specifiche del paziente, riferendosi alla componente emotiva e al quadro cognitivo del paziente, in termini di funzioni cognitive compromesse e risparmiate, nonché della gravità e del livello di compromissione. 
  • progettare un intervento riabilitativo
  • valutare gli esiti di un intervento (valutazione di controllo – follow up)
  • ascoltare il paziente osservandone i comportamenti e altri elementi di comunicazione non verbale;
  • impiegare tecniche terapeutiche per aiutare il paziente a superare i problemi psicologici.

Non per forza un disturbo deve essere grave per rivolgersi a uno psicoterapeuta: c’è chi lo consulta per sviluppare e accrescere il proprio benessere oppure quando non si riescono a raggiungere degli obiettivi prefissati.

In qualsiasi caso, il momento giusto per rivolgersi a uno psicoterapeuta è quando il paziente elabora in autonomia di aver bisogno di aiuto. È bene sottolineare che rivolgersi a uno psicoterapeuta significa riservarsi un tempo e uno spazio per sé, che non deve essere inteso come un obbligo bensì come un’opportunità.

Lo psicoterapeuta, oltre a possedere gli strumenti con cui comprendere il motivo, il modo e la modalità con cui insorge un malessere, è capace di fornire le strategie utili e le tecniche giuste per fare in modo che il paziente riesca a “guardare da fuori” il problema, per poi gestirlo in modo funzionale e autonomo, a differenza di chi invece viene risucchiato dal problema stesso.

La terapia proposta presso questo ambulatorio è ad orientamento sistemico-relazionale, che spiega il comportamento umano in base all’osservazione dell’ambiente in cui è vissuta la persona. Ossia nel sistema nella quale è inserita, e sulle relazioni significative di cui egli stesso è parte. Essa agisce essenzialmente su quello che gli individui fanno e su come lo fanno. Dunque l’obiettivo è quello di modificare le regole vigenti nel sistema, ossia quelle comunicative e relazionali, di modo tale da riequilibrare il sistema e ritrovare il benessere della persona.

La terapia sistemico-relazionale nasce come terapia delle relazioni. Fin dalla sua nascita l’individuo è inserito in una rete di relazioni, per questo il malessere del singolo non può essere slegato dal contesto a cui appartiene. Questa visione permette di allargare la visuale da cui spesso si guarda erroneamente l’individuo portatore del sintomo, spostandosi da una dimensione soggettiva ad una dimensione relazionale. Nello specifico, il terapeuta sistemico-relazionale ridefinisce il sintomo non più come problematica unicamente individuale, ma come l’espressione di un malessere che affligge anche il proprio contesto di relazioni significative.

Le relazioni disfunzionali possono riguardare il sistema famiglia, il sistema coppia, il contesto lavorativo o quello amicale.

La psicoterapia sistemico-relazionale ha il compito di andare a riparare quelle relazioni che l’individuo avverte come problematiche tramite il cambiamento delle dinamiche disfunzionali presenti nel proprio contesto di riferimento; la sua funzione è quella di apportare un rinnovato benessere soggettivo e sociale.

VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA

La valutazione neuropsicologica è un esame diagnostico approfondito essenziale per delineare il profilo funzionale di una persona.

Il processo di valutazione inizia con un colloquio approfondito, non solo con la persona che verrà valutata, ma anche, quando possibile, con chi si prende cura di lei, il caregiver.
Già in questa fase preliminare, un clinico esperto può iniziare a rilevare aspetti del funzionamento cognitivo, comportamentale e funzionale della persona.

Durante il colloquio, si raccolgono informazioni anamnestiche dettagliate, sulla persona e sulla famiglia, e le motivazioni che hanno portato alla richiesta della valutazione neuropsicologica.

Dopo il colloquio, si procede alla somministrazione di batterie di test standardizzati appropriati per ogni singola valutazione. Nel corso di questa fase non è presente l’accompagnatore, per evitare interferenze esterne o distrazioni che potrebbero influenzare i risultati.

Il lavoro del neuropsicologo non si ferma qui: la correzione dei test e l’interpretazione dei risultati richiedono un’analisi approfondita. I dati raccolti nel colloquio, quanto emerso dall’osservazione e i risultati dei test stessi richiedono un’integrazione per avere un quadro dettagliato del funzionamento della persona.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non basta calcolare i punteggi dei test per ottenere un quadro accurato. La corretta interpretazione dei risultati richiede una profonda conoscenza dell’anatomia e della funzionalità del cervello, oltre a una comprensione dettagliata degli strumenti testistici utilizzati. Solo attraverso un’analisi integrata e globale dei dati ottenuti dal colloquio, dall’osservazione e dai test standardizzati, il neuropsicologo può redigere una relazione completa e accurata.

Le fasi di una valutazione neuropsicologica

Una valutazione neuropsicologica si articola, dunque, in diverse fasi fondamentali:

  • Colloquio iniziale con il paziente ed i familiari: il neuropsicologo raccoglie le informazioni cruciali sul problema del paziente, come si è manifestato, come si è evoluto (sia in direzione di un miglioramento che di un peggioramento), nonché l’impatto dei sintomi nella vita quotidiana. Questa fase è essenziale per comprendere che tipo di valutazione effettuare e quali sono i motivi che hanno portato a richiedere l’esame (per esempio: richiesta del medico curante o di uno specialista, necessità di svolgere un percorso riabilitativo, richiesta dell’invalidità, motivi legali, richieste legate alla propria assicurazione…);
  • Somministrazione dei test: questa fase prevede l’utilizzo di test carta/matita o computerizzati, scelti in base esigenze specifiche della valutazione . L’obiettivo è delineare il profilo comportamentale e funzionale dettagliato;
  • Colloquio di restituzione: al termine della valutazione testistica, i risultati principali vengono comunicati al paziente ed ai familiari, integrando quanto emerso dai test e dall’osservazione diretta della performance;
  • Correzione dei test, interpretazione dei risultati e stesura della relazione: il neuropsicologo elabora una sintesi completa di tutte le informazioni raccolte, stilando una relazione che possa essere utile per eventuali trattamenti o per altri fini che hanno portato a richiedere la valutazione neuropsicologica.

Conclusioni

Per ottenere un quadro accurato della situazione comportamentale e funzionale di una persona, non basta somministrare test e calcolare punteggi: è necessario un approccio integrato neuropsicologico.

Sebbene l’idea di sottoporsi ad una valutazione neuropsicologica possa spaventare, una diagnosi precoce, può portare ad interventi riabilitativi o di stimolazione cognitiva tempestivi e mirati.

VALUTAZIONE PSICODIAGNOSTICA

La valutazione psicodiagnostica è il primo passo del percorso di cura.
E’ un momento dell’intervento psicologico finalizzato alla comprensione del funzionamento globale dell’individuo, della coppia o della famiglia, che permette, attraverso modalità e strumenti specifici, di raccogliere informazioni sulla natura, l’entità, ed eventualmente, le cause della problematica presentata.

Prevede:

  • uno o più colloqui clinici per approfondire, contestualizzare ed integrare i dati relativi alle diverse aree di funzionamento della persona
  • la compilazione di test standardizzati
  • una relazione finale scritta e restituita oralmente al paziente al fine di condividerne e spiegarne il contenuto.

Il nostro ambulatorio ha messo a punto una procedura di valutazione, sia per adulti sia per adolescenti, costituita da una batteria di strumenti psicodiagnostici standardizzati, con buone evidenze cliniche ed in linea con il modello teorico che lo contraddistingue.

Attraverso il colloquio psicologico vengono accolti ed esplorati i vissuti, la storia e i problemi della persona con lo scopo di individuare, all’interno della sua storia personale, i fattori intrapsichici, relazionali, familiari e biologici, che possono aver contribuito all’insorgenza del disturbo o della condizione di sofferenza riportata.
L’utilizzo dei test psicologici completa ed integra le informazioni raccolte durante i colloqui, permette la valutazione di funzioni o caratteristiche specifiche di personalità e consente di avere in tempi relativamente brevi, una conferma delle osservazioni cliniche.
La natura e la durata degli incontri di valutazione è variabile in relazione al singolo bisogno. L’iter valutativo si conclude con un incontro finale di restituzione  per definire le ipotesi diagnostiche con le relative indicazioni di trattamento specifico e/o forniscono le strategie migliori per il benessere psicofisico.

La diagnosi usualmente inizia con un primo colloquio di conoscenza della durata di un’ora nel corso del quale la psicoterpeuta  raccoglie le informazioni necessarie quali la storia della Persona e le motivazioni della richiesta di una consulenza. Al termine del primo incontro, la persona avrà una restituzione di quanto emerso, e laddove il professionista proponga un approfondimento diagnostico, il paziente potrà decidere se proseguire o fermarsi.
La valutazione quindi avviene principalmente attraverso il colloquio, i Test e le tecniche psicologiche più adeguate al caso specifico ossia degli strumenti ritenuti più idonei in base al colloquio clinico e al motivo della consultazione. La natura e la durata degli incontri di valutazione è variabile in relazione al singolo bisogno ma ogni seduta viene concordata e definita di volta in volta e generalmente la valutazione si conclude in tre sedute.