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dott.ssa dotolo

Dott.ssa D’Otolo

Psicologa, Psicoterapeuta, Biofeedback practitioner

Sono una psicologa, specializzata in psicoterapia cognitiva. Il mio lavoro consiste nell’aiutare le persone a prendere consapevolezza delle loro problematiche e difficoltà, cercando di favorire in loro un cambiamento a livello emotivo, cognitivo e comportamentale attraverso strumenti specifici, di cui i principali sono la relazione, la comunicazione, l’ascolto attivo e la parola. Ritengo che lo psicologo sia un professionista della salute ed in quanto tale utilizzi specifici metodi e tecniche della disciplina psicologica con l’obiettivo di aiutare il paziente nella risoluzione di uno stato di disagio, di un problema, di sintomatologie specifiche, di disturbi mentali e/ o a prevenirli.

Presso lo studio medico del dott. Biagio Ciccone effettuo colloqui psicologici, psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, valutazione psicodiagnostica e valutazione neuropsicologica. Al colloquio psicologico, alla psicoterapia e alla valutazione psicodiagnostica affianchiamo il biofeedback per il trattamento della cefalea e dei disturbi d’ansia.

Psicoterapia

È una terapia direttiva, adatta al trattamento individuale, di coppia e in gruppo ed è di breve durata. Essa è finalizzata a modificare quelli che la teoria di riferimento definisce i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del paziente, con lo scopo di facilitare la riduzione e l’eliminazione del sintomo o del disturbo psicologico.A differenza di altre psicoterapie, la TCC si focalizza prevalentemente sul presente cioè si orienta alla soluzione dei problemi attuali. I pazienti apprendono alcune specifiche abilità (coping), che possono utilizzare anche in seguito, e che riguardano l’identificazione dei cosiddetti modi distorti di pensare, la modificazione di convinzioni irrazionali e il cambiamento di comportamenti disadattivi. In tal senso, la TCC poggia esclusivamente su una base sperimentale che ricalca il metodo proprio delle scienze naturali. La terapia cognitivo-comportamentale è efficace nel trattamento di una vasta gamma di disturbi psicologici: la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo, le fobie, i disturbi del comportamento alimentare, le forme di stress post-traumatico, i disturbi del sonno, i disturbi da dipendenza da alcool, droghe, affettiva, sessuale e da internet, le disfunzioni sessuali, i problemi di coppia, i disturbi di personalità e, combinata alla somministrazione appropriata di farmaci, il disturbo bipolare e la schizofrenia.

Psicodiagnostica

La valutazione psicodiagnostica si occupa della valutazione e della diagnostica psicologica, personologica e psicopatologica, attraverso l’uso di un repertorio integrato di questionari, inventari di personalità, batterie e tecniche testistiche (psicometriche e proiettive), colloqui clinici, esami neuropsicologici e valutazioni osservative; il tipo di tecniche e strumenti usati variano di volta in volta, in base al contesto e dallo scopo della valutazione, all’età ed al tipo di eventuali difficoltà dei soggetti valutati, ed all’orientamento teorico e formazione specialistica del valutatore.diventare stabili nel tempo.

Biofeedback

Biofeedback: è uno strumento che misura alcuni parametri fisiologici influenzati dall’attività cognitiva ed emozionale, ci fornisce informazioni chiare rispetto al nostro funzionamento fisiologico in tempo reale (feedback), permettendoci di normalizzare i parametri eccessivamente alti o bassi e di imparare ad autoregolare i nostri stati interni (es. gestire lo stress).
Alcuni sensori applicati sulla pelle, in modo non invasivo, misurano e mostrano sul monitor di un computer informazioni riguardo alla propria attività fisiologica (tensione muscolare, conduttanza elettrica cutanea, temperatura periferica, respirazione toracica e addominale, frequenza cardiaca e onde cerebrali). I segnali registrati vengono amplificati e restituiti al soggetto sottoforma di segnali acustici e visivi, affinchè la persona diventi consapevole dei propri stati interni e possa adottare strategie di controllo per entrare volontariamente nello stato psicofisiologico desiderato e mantenerlo.
Attraverso un processo di apprendimento (training) si impara dapprima a modificare i segnali che si vedono nello schermo e successivamente, nelle sedute più avanzate, si impara a produrre tali cambiamenti sulla base di segnali interni. Con il tempo è la pratica questi cambiamenti possono diventare stabili nel tempo.

Valutazione neuropsicologica

La valutazione neuropsicologica implica la  sistematica raccolta di dati sulle prestazioni umane per giungere a conclusioni sulla funzione cerebrale in pazienti di cui si sospetta la presenza di disturbi neurologici o psichiatrici. La valutazione neuropsicologica è un processo diagnostico mirato alla diagnosi di eventuali difficoltà neuro cognitive derivanti da deficit e lesioni encefaliche o da forme di demenza. Solitamente vengono somministrati vari test riuniti in batterie, che esplorano i vari ambiti di elaborazione cognitiva dell’informazione, permettendo così una valutazione approfondita del tipo di eventuali difficoltà cognitive, criteriando al meglio le strutture neurocognitive che potrebbero essere state coinvolte da deficit funzionali.

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Dott.ssa Simona Griso

Psicologa

Psicoterapia

Che cos’è la terapia sistemico-relazionale?

La terapia sistemico-relazionale adottare la cornice di pensiero offerta dal modello sistemico. Consente al terapeuta di ampliare molto il suo orizzonte di osservazione e ricerca, di non fermarsi alla dimensione individuale del malessere, di esplorare il valore relazionale che quel sintomo ricopre e di approfondirne i diversi livelli di significato. La terapia sistemico-relazionale permette di ripensare alle storie portate dai pazienti, di costruire connessioni tra passato, presente e futuro e di offrire cosi nuove opportunità di interpretazione.

Su cosa lavora un terapeuta che utilizza questo approccio?

Il lavoro del terapeuta sistemico-relazionale è un lavoro sulla relazione. Fin da subito, il terapeuta presta attenzione agli elementi del contesto. Il processo terapeutico è orientato a cercare un significato al di là del comportamento sintomatico e a lavorare sugli effetti del sintomo sul sistema relazionale.

Senza tener presente o analizzare in quale contesto, in quale ambiente, in che luogo, in che tempo e in quale cultura avviene un comportamento non è possibile comprenderlo e attribuirgli un significato. Un comportamento preso isolatamente, al di fuori del suo contesto di riferimento, non può essere decodificato: può avere nessuno o centomila significati.
Il paziente non viene considerato un’isola di cui si studiano le caratteristiche come se fossero aspetti indipendenti dai legami in cui emergono ed assumono senso, ma viene visto come una persona che si costruisce a partire dalla famigliare in cui è cresciuto e vive.
L’interesse è rivolto al cambiamento della visione del mondo del paziente, cioè al cambiamento delle sue premesse, accompagnandolo nella rilettura della storia che porta nella stanza della terapia.

Lo psicoterapeuta sistemico lavora dunque indagando la storia delle relazioni familiari sia che si tratti di terapia individuale che di coppia o della famiglia, con l’obiettivo di comprendere come sono costruite le mappe attuali, quali dinamiche, quali fattori, quali legami hanno contribuito all’emergere del sintomo o del malessere. Inoltre esplora la funzione che il sintomo riveste per i membri del sistema in esame, infatti esso esiste, si consolida e si alimenta solo se svolge una funzione utile a tutti i componenti della famiglia, seppur in modo doloroso. Evidentemente quel sintomo è il modo migliore che quella persona o quel sistema hanno trovato, fino a quel momento, per risolvere un problema. Il terapeuta ha il compito di comprendere, insieme al paziente, quali significati e funzioni esprime quel sintomo e attraverso quali modi alternativi e meno dolorosi si possono rinnovare i legami, rinegoziare gli accordi e rivedere i propri modelli, senza necessariamente il sintomo.

Si potrebbe aggiungere molto altro, ma aggiungerò solo, prendendo in prestito le parole di Bateson (in Verso un’ecologia della mente, 1976) che “il fiume modella le sponde e le sponde guidano il fiume”: la miglior sintesi sistemica possibile di quel che avviene in natura e, in ugual modo, tra le persone e tra i sistemi umani (anche durante una terapia).