Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio: uscirne tutti insieme è politica, uscirne da soli è avarizia.

Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio: uscirne tutti insieme è politica, uscirne da soli è avarizia.

Stamane riflettendo sulla situazione dell’epidemia attuale mi veniva in mente questa frase di Don Milani e coglievo in essa la visione profetica, che solo a certi uomini è data in dono. Ovviamente qui il termine politica non lo leggo come nella prassi comune, don Milani lo usava per indicare l’azione alta per il bene comune, per il bene della città. Nel mio pensiero qui serve a farmi riflettere sul senso di responsabilità e di corresponsabilità che ho e che dobbiamo in questo momento tutti esercitare per poterne uscire insieme e il prima possibile da questa situazione seria e difficile.

  • Non salutarsi dando la mano, abbracciandosi o baciandosi, oggi non è paura per se stesso, ma rispetto per l’altro;
  • Non frequentare incontri, riunioni o luoghi affollati è senso civico ed è una opportunità per ripensare al nostro tempo libero;
  • Siamo nell’epoca social eppure mi ribello al consiglio o divieto di uscire poco, potrei, invece, cogliere l’occasione per una telefonata a chi non vedo da tempo;
  • Posso lavorare al servizio del pubblico, compatibilmente con le norme vigenti, adottando in autonomia i comportamenti giusti nei tempi e nei modi, evitando affollamenti e contiguità di contatti, posso anche accettare un periodo di STOP lavorativo, se questo serve alla collettività, come faccio per le ferie ad Agosto;
  • Il coronavirus è una grande opportunità per pensare a nuove strategie di comunicazione e di relazione, per riconoscere i punti forti ed i punti deboli di un Paese, di una comunità, di un sistema, per trovare le soluzioni a problemi complessi e in questo sono certo che come scienziati italiani noi siamo i migliori al mondo;
  • Questa epidemia è una opportunità per ripensare a me stesso, alla mia scala di valori (lavoro, economia, famiglia, salute, responsabilità), al mio limite, alle mie risorse, ai miei comportamenti, al mio senso di appartenenza, al mio egoismo, alla mia paura.

Infine un pensiero per i più deboli, gli anziani, i disabili i malati cronici o terminali, i più esposti all’epidemia, quelli che la cultura dello scarto vede già come un di più, che oggi più che mai devo e posso difendere e tutelare con il mio comportamento responsabile.
Da campano che ha studiato e vissuto in Lombardia e che ha tanti colleghi e amici cari lì, mi sento emotivamente coinvolto, mi sento fortunato, ma vorrei anche sentirmi orgoglioso di poter dire che i miei comportamenti responsabili hanno aiutato la mia terra , ma anche tutto il mio Paese.

Serba ordinem et ordo serbavit te! (conserva l’ordine e l’ordine ti custodirà)