Prendersi cura del non risolto, grazie a Covid-19

Prendersi cura del non risolto, grazie a Covid-19

Ci sono scelte fatte e altre subite, voglia di cambiare e restrizioni.

La medicina dell’evidenza, che è diversa da quella dei trails clinici, è l’unica che ci fornisce qualche dato preliminare dell’effetto di questi mesi di pandemia COVID-19 sulla nostra mente e sulla nostra psiche.

In ambulatorio aumentano i soggetti con disturbi depressivi, attacchi di panico, insonnia primaria, ansia generalizzata, quasi sempre però sono soggetti che già soffrivano di un disturbo dell’umore, peggiorato dal COVID-19. Infatti il periodo della quarantena ha smascherato soltanto disagi nascosti, mai accettati o risolti.

Si è passati dalla frenesia, alla noia, dall’agenda a Zoom, dal fast food a masterchef a casa, dal disordine alla maniacalità dei reconditi ripostigli di casa, insomma in ogni caso dal buonsenso all’eccesso.

Così oggi si assiste al passaggio dalla sfida alla paura, dall’estroversione all’isolamento sicuro.

L’impressione è che questo tempo pandemico ha solo fatto risaltare in alcuni soggetti tutta la loro adolescenzialità e svelato evidenti conflitti psicologici irrisolti.

Quanti decideranno di prendersi veramente cura di sé, piuttosto che prendersela con i virologi, la scienza, la politica e la Cina?

Nella vita bisogna cogliere negli accadimenti le opportunità e non le negatività, sempre!

Si dice che questo costituisca il pensiero positivo, è vero, ma è vero anche che i fatti, e non le opinioni, sostengono i comportamenti, insieme ad una buona dose di realismo e di autocritica, che sono il sale dell’agire umano.

Infine, per chi ha la Grazia di crederci, esiste la Provvidenza che ci aiuta ad attraversare questo tempo straordinario e ci apre ad un nuovo inizio da vivere secondo lo stile del Manzoni nei Promessi Sposi: che i guai cercati o subiti devono essere accettati e che “la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore“.